PANNI STESI



SABATO 4 OTTOBRE 2008 MUSEO TEO presenta la mostra PANNI STESI presso il GIARDINO DI VIA PALERMO 8 a MILANO. In occasione della quarta GIORNATA DEL CONTEMPORANEO promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), con il sostegno della DARC - Direzione per l’Architettura e l’Arte Contemporanea – del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
MUSEO TEO – VIA ASELLI 14 – 20133 MILANO – 02713184 – MUSEOTEO@VIRGILIO.IT – GO.TO/MUSEOTEO PANNI STESI SABATO 4 OTTOBRE 2008, in occasione della quarta GIORNATA DEL CONTEMPORANEO promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), con il sostegno della DARC Direzione per l’Architettura e l’Arte Contemporanea – del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, MUSEO TEO presenta la mostra PANNI STESI presso il GIARDINO DI VIA PALERMO 8 a MILANO. MUSEO TEO opera dal 1990 al fine di favorire la diffusione dell’arte contemporanea in una dimensione democratica e quotidiana e per sviluppare una riflessione sullo stato dell'arte e del mondo presente. Per questo motivo aderisce al grande evento annuale creato da AMACI per unire idealmente, per una giornata, tutte le realtà italiane che operano nel settore dell’arte contemporanea e per offrire al pubblico l’opportunità di avvicinarsi gratuitamente alle numerose istituzioni, grandi e piccole, che ogni anno aderiscono all’evento. Museo Teo opera in modo collettivo per stimolare una rete di relazioni creative e la produzione di socialità e di senso in contrapposizione a ogni forma di cristallizzazione artistica e culturale. Come risposta al disagio frutto del progressivo degrado della metropoli, MUSEO TEO ha sviluppato nell’ultimo anno il progetto Il lume della ragione , e per rispondere ai casi più clamorosi di occultamento della ragione usa la voce dell’ironia. Nel corso del 2008 è stato attivato un osservatorio permanente dei comportamenti secondari nelle periferie milanesi, che sta trovando forma nel progetto Panni stesi. Se l’aspetto interiore è schiacciato dall’etica sociale delle modalità dell’apparire, allora tra centro e periferia il disagio compie un viaggio trasversale e l’intimità delle mutande giaguare assume una valenza sociale. Perché anche i panni stesi ci parlano di differenze di genere, etnie, cultura, caratteri: «i panni sporchi si lavano in casa propria, ma si stendono fuori, una volta lavati». Il progetto ha previsto una prima fase di lavoro di ricerca negli archivi dei soci di Museo Teo delle immagini relative a questo tema scattate in varie parti del mondo (Istanbul, Barcellona, Shanghai), che vengono presentate in questa mostra. La parte centrale del progetto consiste nel lavoro sul campo del territorio milanese – tuttora in corso – che prevede la realizzazione di immagini e di lavori multidisciplinari: in questa mostra viene presentata una performance teatrale dal gruppo Punto a Soqquadro . Una parte non secondaria del progetto è costituita dalla messa a punto di differenti modalità espositive e di metodi comunicativi, quello dei panni stes i appunto già sperimentato alla Triennale di Milano, in occasione di InContemporanea Numero Due, al Politecnico Bovisa in occasione di Metrocult e alla Biennale de Paris e che trova qui compiuta realizzazione – e del capo di abbigliamento come strumento comunicativo. Il pubblico sarà invitato a indossare o portare un indumento significativo per la sua storia personale e a divenire soggetto della performance. La mostra costituisce anche la prima tappa della collaborazione tra Museo Teo e l’associazione culturale Componibile 62 di Napoli, che presenta la videoinstallazione site specific di Pasquale Napolitano Appunti sull’irriprodicibiltà tecnica . PANNI STESI Opere, fotografie e installazioni di Museo Teo , Componibile 62 , Giovanni Bai, Allegra Betti van der Noot, Carolina Gozzini, Pasquale Napolitano, Mario Tedeschi; performance di Punto a Soqquadro (Virginia Zini, Giulia Buvoli, Vanessa Korn, Chiara Casorati, Corrado Rovida, Davide Celona); video di Limen (Roberto Catania, Simone De Padova, Luigi Fagioli, Francesca Tassini, Paolo Valeri) 4 OTTOBRE 2008 dalle 17 alle 21 GIARDINO DI VIA PALERMO 8 VIA PALERMO 8 MILANO http:// utenti.lycos.it/museo_teo/ldr_pannistesi.html www.amaci.org MUSEO TEO – VIA ASELLI 14 – 20133 MILANO – 02713184 – MUSEOTEO@VIRGILIO.IT – GO.TO/MUSEOTEO PANNI STESI Quando l’occhio si sofferma a guardare i panni stesi, entra nelle case senza volerlo. Subito intuisce chi vi abita, bambini, uomini, ragazzi, donne, giovani donne, anziane. Più di tutto fanno i colori. Il nero dei lutti perenni, il leopardato, le fantasie orientali, la Nike baffo nero su fondi fosforescenti. Ma anche la consistenza delle stoffe. Le trasparenze, il fustagno pesante, il nylon, il poliestere, la lana “a pallini” come dice la pubblicità. Non si distinguono soltanto le differenze di genere, le etnie, la cultura, ma anche i caratteri. I panni del giovane bullo, a parità di genere, ben si distinguono da quelli del giovane timido e imbranato. La donna islamica emancipata dalla consimile sottomessa. I panni sporchi si lavano in casa propria, ma si stendono fuori, una volta lavati. Senza timori o vergogne, anzi più è basso lo stato sociale del gruppo abitativo (non si vuole parlare di famiglia) e più i panni si possono “conoscere”. Ormai soltanto nelle case più povere e fuori dal centro, fuori dai quartieri alti. La casa di ringhiera a Milano è diffusa intorno al centro storico, un tempo se ne poteva trovare qualcuna anche nel cuore della città, ma di una tipologia diversa rispetto a quella dei Navigli, della zona Garibaldi o Farini. I cortili interni non sono sempre visitabili. Oggi i portoni e i cancelli sono spesso chiusi anche di giorno e a fatica si può vedere il bucato sui fili lungo i ballatoi, da lontano. In periferia i grandi casermoni degradati mostrano sui vari piani, fino in alto in alto, la biancheria coperta da cellophan anneriti, protetta dall’aria inquinata e dalle piogge acide, con uno zoom il risultato è analogo alla passeggiata lungo i ballatoi, ma il punto di vista è bassissimo. E quindi troppo distaccato. Il mondo delle forme e dei colori si distribuisce sui piani degli stenditoi, con una trama ordinata, composizioni costanti che seguono le linee di forza parallele dei fili di metallo plastificato e che rimandano a significati non sempre espliciti, ma interpretabili. La videocamera riprende anche il movimento degli indumenti che si muovono all’aria, la fotografia fissa la scena. Nicoletta Meroni Lo sguardo corre e rimbalza tra le case popolari delle periferie e il cielo che le sovrasta. Se ci si avvicina un po’ si sentono le storie delle persone che abitano quelle case, risuonano nelle strade, nei negozi, nei bar; hanno il sapore del bianchino di metà pomeriggio e di una sigaretta nazionale, il colore sgargiante di abiti attillati, il rumore di tacchi sull’asfalto e capricci di bambini. Abbiamo deciso di sederci e di ascoltare. Ne abbiamo raccolto la voglia di sospendere il giudizio, di fermare il pensiero un attimo in più e la sensazione di essere stati toccati nel profondo noi stessi. Siamo partiti volendo raccontare le periferie e siamo finiti ad ascoltare qualcuno. Per noi è il migliore dei viaggi. PUNTO A SOQQUADRO: Virginia Zini, Giulia Buvoli, Vanessa Korn, Chiara Casorati, Corrado Rovida, Davide Celona